Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff in a time of austerity. A critique of the expansionary austerity theory

In this paper, we provide a critical analysis of the theory of the expansionary austerity. We take the hotly debated contribution by Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff on the supposedly negative relationship between public debt and economic growth (when the debt-to-GDP ratio overcomes the 90 percent threshold) as the starting point of our analysis. We then move to analyze those contributions that more directly point to the possible expansionary outcomes of tough fiscal retrenchments. We eventually criticize the main conclusions of the expansionary austerity theory by presenting a simple short-run theoretical model. We show that fiscal consolidation might have expansionary outcomes only under pretty extreme, or very specific and uncertain circumstances. Expansionary austerity would hardly take place in the context of monetarily sovereign economies, or in presence of an accommodative monetary policy like that implemented by the ECB since late 2011, or into economic systems that are poorly integrated on international goods markets.

In quest’articolo si propone un’analisi critica della teoria dell’austerità espansiva. In primo luogo, si analizza il ben noto e assai dibattuto articolo di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff circa la possibile correlazione negative tra crescita economica e debito pubblico che potrebbe emerge in presenza di uno stock di debito pubblico superiore al 90 percento del PIL. Si analizzano quindi i contributi empirici che più direttamente sostengono i possibili effetti espansivi di politiche di consolidamento fiscale. Nella parte finale dell’articolo, si propone un semplice modello teorico di breve periodo attraverso il quale si mostrano le circostanze economiche assai estreme, specifiche e tutt’altro che scontate in virtù delle quali l’austerità espansiva potrebbe aver luogo. La teoria dell’austerità espansiva appare difficilmente applicabile a economie sovrane dal punto di vista monetario, ovvero in presenza di politiche monetarie accomodanti, ovvero in sistemi economici chiusi e poco integrati sui mercati internazionali dei beni.