Gli studi sulle consorterie principesche e ducali dell’Italia meridionale dei secoli VIII-XI hanno mostrato, negli ultimi decenni, una rinnovata vitalità. Le molteplici prospettive dei contributi – dai lavori di Jean Marie Martin e Vera von Falkenhausen ai più recenti di Thierry Stasser, Vito Loré e Aurelie Thomas – hanno permesso di indagare, con profitto, il ruolo rivestito da molti esponenti delle grandi famiglie aristocratiche nelle dinamiche sociali, religiose e politiche del Mezzogiorno, proponendo all’attenzione della comunità scientifica inedite chiavi di lettura. Questi studi, oltre a chiarire ruoli sociali e parentele delle élites meridionali altomedievali esemplificano il cospicuo lavoro esegetico e le numerose insidie distintivi della ricerca prosopografica. Le fonti del Mezzogiorno longobardo sono, infatti, svariate per tipologia, cronologia e finalità; conservano maggiori e minori errori, opinioni posteriori o manomissioni anonime, forniscono di frequente soltanto semplici allusioni alle figure del passato e, infine, non si mostrano mai prolisse sulle vicende biografiche dei tanti soggetti che ricordano. Senza contare, almeno per il Mezzogiorno, il magmatico contributo dei testi apocrifi portati in auge dai compendi eruditi di età moderna. Alla luce di un quadro così articolato e con lo scopo di presentare una selezione coerente circa le problematiche insite nel patrimonio di informazioni esistenti per l’indagine prosopografica del Meridione longobardo, si propongono in questa sede i profili di alcuni personaggi meridionali vissuti tra la fine del IX secolo e il successivo, legati per ragioni differenti alla famiglia dei principi di Capua e Benevento.
Alcune note prosopografiche per lo studio delle famiglie principesche meridionali del secolo X: problemi e prospettive di ricerca
TAGLIENTE A
2018
Abstract
Gli studi sulle consorterie principesche e ducali dell’Italia meridionale dei secoli VIII-XI hanno mostrato, negli ultimi decenni, una rinnovata vitalità. Le molteplici prospettive dei contributi – dai lavori di Jean Marie Martin e Vera von Falkenhausen ai più recenti di Thierry Stasser, Vito Loré e Aurelie Thomas – hanno permesso di indagare, con profitto, il ruolo rivestito da molti esponenti delle grandi famiglie aristocratiche nelle dinamiche sociali, religiose e politiche del Mezzogiorno, proponendo all’attenzione della comunità scientifica inedite chiavi di lettura. Questi studi, oltre a chiarire ruoli sociali e parentele delle élites meridionali altomedievali esemplificano il cospicuo lavoro esegetico e le numerose insidie distintivi della ricerca prosopografica. Le fonti del Mezzogiorno longobardo sono, infatti, svariate per tipologia, cronologia e finalità; conservano maggiori e minori errori, opinioni posteriori o manomissioni anonime, forniscono di frequente soltanto semplici allusioni alle figure del passato e, infine, non si mostrano mai prolisse sulle vicende biografiche dei tanti soggetti che ricordano. Senza contare, almeno per il Mezzogiorno, il magmatico contributo dei testi apocrifi portati in auge dai compendi eruditi di età moderna. Alla luce di un quadro così articolato e con lo scopo di presentare una selezione coerente circa le problematiche insite nel patrimonio di informazioni esistenti per l’indagine prosopografica del Meridione longobardo, si propongono in questa sede i profili di alcuni personaggi meridionali vissuti tra la fine del IX secolo e il successivo, legati per ragioni differenti alla famiglia dei principi di Capua e Benevento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.