La percezione della disabilità sembra essere intrinsecamente connessa ai processi culturali espressione della sensibilità delle differenti epoche nei confronti della diversità. L’attuale orientamento centrato sul paradigma dell’inclusione sembra privilegiare l’adozione di una terminologia che valorizzi la persona a prescindere dalla presenza della disabilità, quest’ultima non più intesa come deficit bensì come condizione emergente dall’interazione tra soggetto e ambiente. Questa trasformazione del linguaggio è l’effetto di un cambiamento culturale nei confronti della disabilità teso a considerare quest’ultima come elemento costitutivo della società, il cui riconoscimento e la cui valorizzazione risultano essenziali per la promozione di una reale cultura dell’inclusione. La disabilità visiva, in quanto espressione di una diversità, è stata oggetto di una evoluzione, sul piano lessicale, connessa ai modelli culturali che l’hanno accompagnata nel corso del tempo. Queste costruzioni simboliche, radicate nel linguaggio e nell’immaginario collettivo, hanno influenzato la percezione sociale della disabilità visiva. Partendo da tali premesse, è stato condotto uno studio esplorativo finalizzato ad indagare la presenza di un’eventuale linea di continuità tra le rappresentazioni culturali e lessicali che hanno storicamente accompagnato la disabilità visiva e quelle dei futuri insegnanti della scuola primaria. Lo studio ha previsto la somministrazione di un questionario quali-quantitativo ad un gruppo di studenti iscritti al primo anno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Salerno che frequentano il corso di Pedagogia Speciale, con l’obiettivo di rilevare, attraverso un’analisi tematica delle risposte fornite, le rappresentazioni personali della disabilità visiva del campione coinvolto, poiché esse costituiscono una variabile sensibile capace di condizionare l’agire del docente influendo, di conseguenza, sui processi educativi.

Le costruzioni simboliche della disabilità visiva attraverso le percezioni dei futuri docenti della scuola primaria.

ADDOLORATA AMADORO;GIOVANNI PETRILLO;DIANA CARMELA DI GENNARO
2025

Abstract

La percezione della disabilità sembra essere intrinsecamente connessa ai processi culturali espressione della sensibilità delle differenti epoche nei confronti della diversità. L’attuale orientamento centrato sul paradigma dell’inclusione sembra privilegiare l’adozione di una terminologia che valorizzi la persona a prescindere dalla presenza della disabilità, quest’ultima non più intesa come deficit bensì come condizione emergente dall’interazione tra soggetto e ambiente. Questa trasformazione del linguaggio è l’effetto di un cambiamento culturale nei confronti della disabilità teso a considerare quest’ultima come elemento costitutivo della società, il cui riconoscimento e la cui valorizzazione risultano essenziali per la promozione di una reale cultura dell’inclusione. La disabilità visiva, in quanto espressione di una diversità, è stata oggetto di una evoluzione, sul piano lessicale, connessa ai modelli culturali che l’hanno accompagnata nel corso del tempo. Queste costruzioni simboliche, radicate nel linguaggio e nell’immaginario collettivo, hanno influenzato la percezione sociale della disabilità visiva. Partendo da tali premesse, è stato condotto uno studio esplorativo finalizzato ad indagare la presenza di un’eventuale linea di continuità tra le rappresentazioni culturali e lessicali che hanno storicamente accompagnato la disabilità visiva e quelle dei futuri insegnanti della scuola primaria. Lo studio ha previsto la somministrazione di un questionario quali-quantitativo ad un gruppo di studenti iscritti al primo anno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Salerno che frequentano il corso di Pedagogia Speciale, con l’obiettivo di rilevare, attraverso un’analisi tematica delle risposte fornite, le rappresentazioni personali della disabilità visiva del campione coinvolto, poiché esse costituiscono una variabile sensibile capace di condizionare l’agire del docente influendo, di conseguenza, sui processi educativi.
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