I recenti riferimenti legislativi (Legge Bilancio 2022, art. 103) considerano dall’anno scolastico 2022/2023 la figura del laureato in scienze motorie e sportive nella scuola primaria italiana, ponendo fine così all’annosa quaestio tra docente generalista e docente specializzato, nell’ambito dell’insegnamento di educazione motoria. Senza dubbio, la presenza di insegnanti specializzati è da ritenersi un passo fondamentale per lo sviluppo di una personalizzazione delle proposte educative a carattere ludico-motorio in chiave di benessere e inclusione (Maggiolini, 2020; Striano, 2010). Più nello specifico, la Convenzione ONU (2006) chiarisce che non sono le persone a dover essere incluse, ma i processi, gli spazi, gli interventi, i tempi e le modalità a dover essere progettati in modo inclusivo (Medeghini, et al., 2013). Dunque, una linea di sviluppo potrebbe focalizzarsi su pratiche didattiche integrate che puntino alla maggiore valorizzazione di ciascuno studente. A tal proposito, l’idea è quella di condurre dal prossimo anno accademico un’indagine esplorativa su alcuni studenti dei corsi di laurea in Scienze Motorie e Sportive, in modo da valutare opinioni e credenze, così da pensare futuri percorsi formativi e inclusivi di qualità.
Pensare percorsi formativi ed inclusivi per i futuri insegnanti di educazione motoria nella Scuola Primaria: quali scenari?
Sgambelluri Rosa
2022
Abstract
I recenti riferimenti legislativi (Legge Bilancio 2022, art. 103) considerano dall’anno scolastico 2022/2023 la figura del laureato in scienze motorie e sportive nella scuola primaria italiana, ponendo fine così all’annosa quaestio tra docente generalista e docente specializzato, nell’ambito dell’insegnamento di educazione motoria. Senza dubbio, la presenza di insegnanti specializzati è da ritenersi un passo fondamentale per lo sviluppo di una personalizzazione delle proposte educative a carattere ludico-motorio in chiave di benessere e inclusione (Maggiolini, 2020; Striano, 2010). Più nello specifico, la Convenzione ONU (2006) chiarisce che non sono le persone a dover essere incluse, ma i processi, gli spazi, gli interventi, i tempi e le modalità a dover essere progettati in modo inclusivo (Medeghini, et al., 2013). Dunque, una linea di sviluppo potrebbe focalizzarsi su pratiche didattiche integrate che puntino alla maggiore valorizzazione di ciascuno studente. A tal proposito, l’idea è quella di condurre dal prossimo anno accademico un’indagine esplorativa su alcuni studenti dei corsi di laurea in Scienze Motorie e Sportive, in modo da valutare opinioni e credenze, così da pensare futuri percorsi formativi e inclusivi di qualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.